Elizabeth Gaskell appartiene a quel gruppo di autori che, pur meritevoli, sono destinati a godere di scarsa fama presso il grande pubblico.
Non la conoscevo nemmeno io ed è stata questa raccolta di racconti, edita da Giunti, a farmi scoprire questa scrittrice inglese, vissuta tra il 1810 e il 1865.
Storie di bimbe, di donne, di streghe raccoglie quattro racconti, tutti aventi come protagoniste donne solitarie e coraggiose.
Nel primo, La strega Lois, la Gaskell ripercorre con intelligenza la vicenda delle streghe di Salem, osservandola dal punto di vista di una delle accusate di stregoneria.
Il secondo (forse il meno originale della raccolta), Il racconto della vecchia balia, è una ghost story dal sapore tipicamente inglese e dallo spiccato tocco femminile.
Il terzo, La clarissa, torna di nuovo a soffermarsi sull’immagine della strega, che qui assume i tratti vigorosi e inquietanti della santa, della visionaria.
Nell’ultimo racconto, infine (Susan Dixon), il soprannaturale (o la concezione di esso nella mente umana) viene abbandonato in favore di un piccolo, commovente ritratto di donna che non ha voluto venir meno ai propri doveri e all’affetto verso il fratello ritardato e in questo modo sacrifica se stessa, la propria femminilità, l’amore per un uomo che – purtroppo – a sua volta sa amare troppo poco.
La raccolta, in verità, avrebbe potuto intitolarsi anche solo “Storie di streghe”: poiché al centro di ogni racconto si sviluppa la riflessione sulla “donna-strega“, sulla sua definizione. Chi è la strega, dopotutto? Non è forse la donna che rompe con la società che la circonda, che va oltre le convenzioni, rimanendo fedele a se stessa, prima ancora che a ciò che ci si aspetterebbe da lei?
Qualunque sia la risposta che vogliamo dare a questo quesito, i racconti della Gaskell meritano comunque un’attenta lettura.
Elizabeth Gaskell
Storie di bimbe, di donne, di streghe
Giunti
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