martedì 9 gennaio 2007

Degne figlie di Eva

«Mangia la mela, mangia la mela!» diceva il serpente. Ed Eva, obbediente, giù a fagocitare il peccato – e a condannarci tutti quanti.
E oggi? Non ricorda forse un’abbuffata colossale, la corsa delle donne all’acquisto sfrenato, al capo firmato, al rifacimento (orrendo, blasfemo) del proprio corpo?

A Le storie di Corrago Augias (trasmissione intelligentissima – e per questo molto breve – in onda su RaiTre intorno alle 12.40), la docente statunitense di Storia Europea alla Columbia University di New York Victoria De Grazia presenta il suo nuovo saggio, L’Impero irresistibile, e discute col conduttore (fra le altre cose) del ruolo attivo avuto dalla donna nella storia della società dei consumi e del passaggio da una condizione di totale dipendenza dall’uomo, all’affermazione dei propri diritti (la rivoluzione femminista, il ’68, le conquiste legate al diritto al lavoro e alla pillola anticoncezionale – per citare solo qualche pietra miliare del cammino percorso), fino alla riduzione (umiliante) a oggetto stupido, dedito all’accumulo di beni materiali.
Le femministe, un tempo, bruciavano i reggiseni; oggi noi ci rifacciamo le tette.
E compriamo, compriamo.
La De Grazia evoca un’immagine tipica degli albori del consumismo americano: la donna – madre di famiglia e ancora una volta, accidenti, angelo del focolare – che spinge fiera i suoi due carrelli colmi di ogni ben di Dio fra le corsie del supermercato.
Bell’affare. Abbiamo lottato tanto per l’indipendenza, per avere uno stipendio che ci consentisse di essere autonome e fiere… e lo buttiamo via così, rincorrendo i saldi, risparmiando per la liposuzione.
Di questo passo, presto o tardi imploderemo. E, credetemi, sarà un gran botto.

L’Impero irresistibile. La società dei consumi americana alla conquista del mondo.
Di Victoria De Grazia (Einaudi, pp. 532, 30 euro)

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