martedì 20 marzo 2012

La valle delle donne lupo

Il lungo monologo della Fenìsia, classe 1928, ci trasporta attraverso la cupa magia del folclore dell'Alto Piemonte, nelle valli dimenticate, nei borghi oggi disabitati - dove un tempo l'esistenza umana era scandita da cerimonie religiose e tradizioni pre-cristiane.
Il bel romanzo di Laura Pariani (scritto in una lingua scorrevole e affascinante, che mescola elementi dialettali alla bellezza semplice di alcune passaggi descrittivi) racconta una storia di ribellione: non solo quella di Fenìsia e della sua sfortunata cugina Grisa, ma quella di tutte le donne che, generazione dopo generazione, hanno saputo e voluto sfidare il potere maschile, andando contro le convenzioni sociali e la mentalità dominante.
Queste donne (che la gente comune vorrebbe mettere a tacere: «Si comincia a morire attraverso la bocca, come i pesci, diceva sopà: era uno che parlava poco, diceva che la lingua sciolta è all'uso delle beghine; che l'uomo nelle situazioni difficili più risparmia la lingua e meglio avanza verso il suo scopo. Chiaro che lo diceva perché era maschio: agli uomini non piace se le donne parlano; epperciò loro tiran fuori sempre sentenze dei seculòrum per convincere le donne a tacere...» [1]) sono tutte sorelle a dispetto del tempo che le separa, condividono lo stesso destino e sono legate indissolubilmente alla terra che le ha generate, alle piante e agli animali - in modo particolare ai lupi, simbolo vivente (e vitale!) degli animi più indomiti, delle volontà che non possono piegarsi, a nessun prezzo.
"Balenghe", "strìe" - così vengono chiamate le reiette dagli abitanti del Paese Grande. Dopo la morte, sono state seppellite tutte (senza funerali né lapidi) in un grande prato, poco distante dalla casa di Fenìsia. In questo modo si è tentato di cancellarne la memoria, mettendole a tacere nell'eterno.
Eppure, è la loro storia che Fenìsia racconta alla "sciura" milanese venuta per registrare le sue memorie: la storia atroce di Anna (sordomuta e disgraziata, sacrificata dalla comunità per espiare un furto), di Grisa (rinchiusa dal padre in un manicomio per vent'anni), della saggia Malvina, esperta nell'utilizzo delle erbe, dell'infelice Terésia, della Ghitìn che ardeva segretamente di tubercolosi e che insegnò alla figlia ad ascoltare il male. La loro storia e quella di tutte le "balenghe" che verranno, donne-lupo che in nessun modo potranno essere costrette né messe a tacere - giacché, si sa, «per legare una donna lupo ci vuole una catena fatta con rumore di passo di gatto, barba di bambino, respiro di pesce e latte d'uccello» [2]...


Il libro è femmina, disegnato da Laura Pariani
in occasione della Festa della Donna 2012.


Note
[1] L. Pariani, La valle delle donne lupo, Einaudi, Torino 2011, p. 186.
[2] Ivi, p. 184.

L. Pariani
La valle delle donne lupo (2011)
Einaudi
Torino 2011

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