mercoledì 6 marzo 2013

Veg-po(i)etica

«Un haiku giapponese ci ha fornito la chiave: l'alunno mostra al maestro una sua poesia che recita così:

Una farfalla:
le strappo le ali

e guarda, un peperoncino!

La risposta del maestro non si fa attendere: "No, no: non è così, permettimi che corregga la tua poesia":

Un peperoncino:
gli metto le ali

e guarda, una farfalla!

La lezione è chiara: l'atto poetico deve sempre essere positivo, cercare la costruzione, non la distruzione...
» [1]

Perciò io sono convinta che scegliere uno stile di vita vegan sia un atto profondamente poetico.

E se la rivoluzione della poesia è rimasta l'unica possibile, in questi giorni di strepito e di parolacce (sì, anche quelle: non sono per nulla in linea con la ricerca della bellezza che mi ero proposta qualche post fa...), allora ben venga anche la Poesia degli animali vivi e risparmiati, del sangue non versato, dei lamenti non pronunciati - della bellezza (semplice, ma perfetta!) del nostro orto che cresce nel terreno dietro alla Cherche-Lune.

Anche oggi, con amore.

Note
[1] A. Jodorowsky, Psicomagia - Una terapia panica, Feltrinelli, Milano 2011, p. 40.

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