lunedì 3 ottobre 2011

L'assassino invisibile

Non amo i thriller. So che vanno molto di moda, in questo periodo e che ci sono persone che non riescono a vivere senza le infinite serie di CSI et similia.
Per quel che mi riguarda, non vi ho mai trovato nulla di intrigante, soprattutto in ambito letterario. Si tratta per lo più di libri mal scritti e mal tradotti, fatti uscire sul mercato in costosissime (e poco curate) edizioni rilegate, concepiti per parlare allo stomaco (debole) del lettore, più che al suo cervello.
Preferisco - di gran lunga! - i vecchi romanzi "gialli" (questo aggettivo rischia di diventare desueto), in cui l'intensa attività cerebrale dell'investigatore di turno seduceva molto di più di qualsiasi colpo di pugnale o di bisturi ben assestato.

La lettura del giallo risulta particolarmente adatta in due stagioni: l'estate (quando ozio e afa ci spingono a cercare storie che "corrano via veloci", condotte da una scrittura curata, sì, ma leggera e impalpabile) e l'autunno, che si sta approssimando.
Di una lettura in perfetto stile "arsenico e vecchi merletti" (portata a termine proprio quest'estate) ho già detto in un post precedente, parlando della contemporanea Caroline Graham e del suo Un posto sicuro, (finalmente) tradotto da Dalai Editore.

Con questo articolo torno invece alla Golden Age e a uno dei giallisti più apprezzati dagli appassionati del genere, Rupert Penny (1909 - 1970), la cui biografia è già di per sé un piccolo enigma.


Di lui, infatti, si sa veramente molto poco, se non che lavorò per i servizi segreti britannici nel più importante laboratorio di crittoanalisi del Paese e che era un appassionato enigmista e giardiniere. Scrisse sempre sotto pseudonimo (il suo vero nome era Ernest Basil Charles Thornett): Rupert Penny fu quello utilizzato con maggiore frequenza, sebbene il romanzo Cut and Run, del 1941, fu pubblicato con il nome di Martin Tanner.
La produzione letteraria di Penny non è vasta: si concentrò negli anni compresi fra il 1936 e il 1941 e conta nove romanzi gialli. Il più famoso è Sealed-Room Murder (tradotto in italiano con il titolo L'assassino invisibile), tanto da essere incluso nel 2009 nella 50 Howdunits - The Ultimate Locked-Room Library della rivista inglese "Book and Magazine Collector", ovvero la lista che comprende i cinquanta migliori "delitti di camera chiusa" della storia del romanzo giallo.

Edito in Italia da Polillo Editore, nell'ambito della deliziosa collana "I bassotti", Sealed-Room Murder, ovvero L'assassino invisibile ha per primo protagonista uno scanzonato giovane detective, Douglas Merton, assunto dall'odiosa vedova Harriet Steele per fare luce su una serie di scherzi crudeli che si verificano nella casa in cui la donna vive insieme a quanto rimasto della famiglia del marito defunto: inchiostro versato sulla biancheria intima della signora, pellicce ridotte a brandelli, costosi pavimenti di parquet irrimediabilmente rovinati. Trasferitosi in casa Steele per poter meglio indagare, Merton si renderà presto conto di trovarsi all'interno di un vero e proprio "covo di vipere", in cui nessuno pare essere al di sopra del sospetto. La situazione precipiterà con l'assassinio di Harriet Steele, di cui Douglas non riesce in nessun modo a ricostruire le modalità d'attuazione.
In suo aiuto arriverà per fortuna l'instancabile ispettore Edward Beale (che compare in tutte le detective story pubblicate sotto lo pseudonimo di Rupert Penny), il quale, con stile inossidabile e con l'aiuto di una ferrea logica (oltre che di un pizzico d'originalità di pensiero) riuscirà a far luce su quanto accaduto e a smascherare l'astuto assassino.

L'assassino invisibile è un piccolo gioiello di stile e di humor. La soluzione dell'enigma (forse prevedibile per ciò che concerne l'identità del colpevole) è magistrale nella parte riguardante l'esecuzione del delitto. La scrittura, scorrevole e brillante, cattura l'attenzione del lettore insieme alla simpatia del protagonista Douglas Merton che - se è costretto a lasciare la parte del "genio investigativo" a Edward Beale - tuttavia ha il merito (con la sua infatuazione per Linda, che va contro ogni regola per un buon detective) di trovarsi, sin dalla prima pagina, al centro dell'azione del romanzo.

Rupert Penny
Sealed-Room Murder (1941)
Trad. it. L'assassino invisibile

Polillo editore
Milano 2010

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