Prepararsi a cambiare casa significa modificare il proprio "io" a suon di oggetti buttati, di compromessi da raggiungere, di liste da stilare, di piccoli sacrifici quotidiani da compiere. (Le prossime settimane saranno senza orari - e prevederanno la reclusione forzata dei miei libri all'interno di robusti scatoloni!)
Significa abbandonare i vecchi luoghi (quelli contro cui magari fino a ieri abbiamo inveito, perché divenuti troppo angusti, obsoleti, inadatti alle esigenze di un nucleo familiare in espansione) e farlo con la consapevolezza che non vi sarà un ritorno - mai. Vuol dire, in breve, abbandonare una parte di noi stessi: una sorta di seconda adolescenza, senza strepiti.
Per quello che mi riguarda, non sarò mai più la ragazza spensierata e un po' incosciente che quasi otto anni fa prese in affitto questa piccola casa poco funzionale. Sto diventando "qualcosa di nuovo" (che mi piace, assolutamente) e mi appresto a salutare le mie vecchie stanze insieme alla vecchia me stessa, con quella serenità mista a malinconia che è propria di ogni addio necessario...
3 commenti:
In bocca al Lupo...E' una fase sicuramente elettrizzante, di trasformazione, come dici tu, non priva di importanti scelte e fatiche....
Per me cambiare casa un anno e mezzo fa è stato come avere un secondo figlio. Vero che però abbiamo anche ristrutturato, una vecchia casa di montagna, "percorso" durato 9 mesi di gestazione edile e di "passaggio" dal mezzo dalla city della Scrofa Lanuta ai boschi e ai laghi ;-) Tu rimani nello stesso luogo?
Anche noi abbiamo ristrutturato! Una fase che è durata parecchio: l'abbiamo pensata a lungo, questa casa, e ora è esattamente come la volevamo! :)
Vivere in mezzo alla natura è una scelta bella e importante al tempo stesso...
Noi ci sposteremo di poco: nel paese vicino a quello in cui viviamo ora.
Forse il mio trasloco è stato ancora più stressante, ci siamo trasferiti dalla Sicilia al Veneto, ma ce la siamo cavata egregiamente
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